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Immagine del redattoreAmati Prima

La kangaroo mother care.



E’ il primo importante contatto con il proprio figlio, il primo abbraccio, alle volte molto atteso anche per giorni dopo la nascita prematura.

La kangaroo mother care, chiamata anche marsupio, marsupio terapia, pelle a pelle, skin to skin, è una forma di terapia adottata in Italia, soltanto nel 1996, in occasione del primo meeting internazionale proprio sul metodo “canguro” che si tenne a Trieste, dove venne ufficialmente denominata come kangaroo mother care.

 

Le sue origini risalgono a Bogotà in Colombia alla fine degli anni settanta in un momento in cui non c’erano incubatrici a disposizione e una grave infezione aveva colpito i neonati pretermine. Due medici, in totale emergenza, ebbero l’intuizione di utilizzare le mamme come dei canguri, mettendo nel petto di ognuna il proprio piccolo. Fin da subito si resero conto della grande validità del metodo perché i bambini ebbero immediatamente degli sviluppi molto positivi.

 

Si accese quindi l’attenzione internazionale sui reali benefici di questa metodologia che si diffuse rapidamente, dapprima nei paesi con limitate risorse sanitarie, ma che in seguito, dati gli esiti immediati e positivi, venne adottato con grande entusiasmo dai più avanzati centri di neonatologia di tutto il mondo, proprio come integrazione dell’insieme di pratiche e di cure dolci che è necessario integrare con quelle di altissima tecnologia e high tech delle scienze neonatologiche attuali. Il ruolo centrale di cura che i genitori possono esercitare per il proprio figlio attraverso la kangaroo, è oggi ampiamente documentato, ma la sua determinante importanza resta il contatto affettivo, umano e intimo della pelle a pelle.

Il ricordo dei suoni, del contatto, della vita intrauterina, agevola il benessere del neonato ed è quindi estremamente importante che la kangaroo venga applicata fin da subito dopo la nascita all'interno dei reparti di terapia intensiva neonatale, non appena il piccolo è stabilizzato nelle sue funzioni vitali, per agevolare il più possibile la sua maturazione extra-uterina. Gli operatori sanitari sapranno come accompagnare e sostenere i genitori verso questa determinante modalità che aiuterà, da un lato l’avvio di una competente genitorialità e dall’altro il benessere del neonato fino a ridurre la percezione del dolore durante piccole procedure come il prelievo di sangue dal tallone, il posizionamento di un sondino, l’aspirazione dal tubo in caso di ventilazione.

Come attuare la kangaroo

Il bambino nudo ed eventualmente solo con il pannolino, viene accolto nel petto nudo del genitore, per creare un contatto profondo fatto di odori, suoni, sensazioni, tatto, calore. L’ideale è inserire il piccolo sotto gli indumenti intimi del genitore per creare una vera e propria forma di marsupio, entrambi saranno poi avvolti in una calda copertina. Potrebbe essere necessario anche un cappellino e dei calzini per il piccolo, anche se il calore umano offre una fisiologica termoregolazione. Non ci sono particolari indicazioni sul tempo, ma di certo è necessario un periodo che permetta ad entrambi di sentirsi perfettamente a proprio agio, che il neonato regolarizzi le sue funzioni, la respirazione e il battito cardiaco, fino a prendere sonno.

La kangaroo è ovviamente consigliabile quando i genitori si sentono pronti per questa esperienza e nel caso non fosse, il personale del reparto suggerirà senz’altro altre modalità per stare vicino al proprio bambino. Durante la kangaroo può anche manifestarsi da parte del piccolo una forma di agitazione, di instabilità e in questo caso è importante capire il motivo di questo atteggiamento che potrebbe avere origine da una postura non gradita, da troppo calore, dai primi mal di pancia, dai rumori o dalle voci circostanti o semplicemente da una situazione non gradita per quel momento. Nulla deve essere imposto o avvenire di forza.

Come proseguire a casa

Subito dopo la dimissione diventa ancora più agevole fare la kangaroo, nella maggioranza dei casi non ci sono più strumenti di monitoraggio che disturbano il contatto pelle a pelle e la tempistica è a totale gestione del gruppo famigliare. Diventa quindi, soprattutto per i primi momenti a casa, uno strumento che facilita l’adattamento al nuovo ambiente, sostiene nella fase del contenimento del bambino, allevia il dolore delle coliche gassose, agevola l’avvio dell’allattamento al seno nel caso non fosse ancora avvenuta, aiuta i bambini nello sviluppo neurologico e psicologico e, non da ultimo, continua ad essere un modo privilegiato per entrare in contatto con il proprio bimbo, per rinsaldare quel legame di cure e di affetto che i mesi passati in TIN hanno potuto ostacolare.

La modalità resta un aspetto da tenere in considerazione, infatti è molto importante mantenere anche a casa, alcune regole che sicuramente sono state avviate dal personale del reparto, come la particolare attenzione all’igiene personale, con l’accortezza però di evitare qualsiasi tipo di cosmetico profumato, il lavaggio delle mani, i vestiti comodi che facilmente si aprano nel davanti, evitare il reggiseno, collane e accessori vari. L’utilizzo di una comoda sedia o poltrona reclinabile per appoggiare testa, spalle, schiena e gambe, mette in una posizione di relax che contagia il bambino e permette di entrare pienamente in reciproco contatto.

Le mani sono uno strumento importantissimo che completa l’azione della kangaroo perché sono quelle che lo sostengono nella testina, nelle spalle, nel sederino e nella sua intera posizione che preferibilmente, vede il bambino con le gambe raccolte vicino al corpo e le braccia che circondano la sua testina che va girata da un lato e allineata alla sua schiena. A volte può muoversi desideroso di cambiare posizione, ma la sensibilità del genitore lo asseconderà e lo aiuterà a trovare una nuova postura, che dovrà ovviamente essere sempre sicura e in simbiosi con le sue esigenze.

 

In seguito è possibile aiutarsi con un supporto porta-bebè, privilegiando modelli fatti di solo tessuto morbido ideale per la pelle dei più piccoli, che contenga il neonato avvolgendolo e mantenendolo sicuro e al caldo, a contatto con la pelle di mamma o papà senza interferenze. Il supporto deve essere morbido ed adattabile in modo da aiutare a mantenere la posizione raccolta del piccolo e avvolgendone bene il corpo durante la kangaroo.

 

Un prodotto che riteniamo adeguato per questo uso è il nuovo porta-bebè Comfyfit di Boppy che, oltre ad essere completamente in tessuto morbido perfetto per contenere il piccolo, è immediato, facile e sicuro da indossare da soli. Una volta che il bambino imparerà a conoscere il porta-bebè come momento di coccole e relax e man mano che il bambino cresce è possibile continuare ad usarlo per uscire o anche in casa mantenendo sempre il bambino a contatto con i genitori tranquillizzandolo e garantendo così tutti i benefici derivanti dal contatto.

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