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La motricità nel primo anno di vita

  • Immagine del redattore: Amati Prima
    Amati Prima
  • 15 mar 2019
  • Tempo di lettura: 4 min

"I progressi raggiunti in questi anni dalla medicina perinatale hanno permesso di ottenere importantissimi risultati per la sopravvivenza dei bambini nati pretermine. Considerando che un bambino su 10 nasce pretermine, solo il 10% di essi possono presentare disabilità più o meno gravi, in particolare nelle nascite gravemente pretermine, cioè al di sotto delle 26 settimane gestazionali.

Tuttavia, negli studi di follow-up, si evidenzia come, anche in totale assenza di esiti negativi, si possano presentare i cosiddetti “disturbi neurologici minori” identificabili in lievi disturbi della motricità fine o grossolana, anomalie neuro-motorie come asimmetrie di movimento, ipotonia del tronco, ipertono del collo, problemi di linguaggio, disturbo da deficit di attenzione, iperattività, disturbi specifici di apprendimento.

Le difficoltà si possono manifestare in forma di goffaggine o di impacci motori, come ad esempio cadute o urti contro gli oggetti, lentezza, imprecisione nelle prestazioni di abilità, come ad esempio la presa di un oggetto, dell'uso delle forbici, della scrittura a mano, dell'andare in bicicletta, di praticare uno sport. Ovvio che questi aspetti sono maggiormente evidenti con il diminuire dell’età gestazionale alla nascita e, l’acquisizione e l’esecuzione delle abilità motorie coordinate, potrebbe essere inferiore a quella prevista, soprattutto se si tiene in considerazione solo l’età cronologica e non l’età corretta del bambino. Questi sintomi però non sono assolutamente e in nessun modo segnale di disabilità intellettiva o cognitiva.

 

L’intervento precoce è ampiamente caldeggiato nel bambino nato prematuro, da iniziarsi appena possibile e fin oltre i 5 anni di età. É finalizzato a promuoverne la salute e il benessere, oltre che a migliorare le competenze emergenti, a ridurre al minimo eventuali ritardi dello sviluppo, a risanare disabilità esistenti o emergenti e a prevenire disagi motori.

 

La neuropsicomotricità è una disciplina che prende in considerazione il bambino nella sua globalità. Non è una ginnastica, non è una attività strettamente motoria, ma un’attività attraverso la quale il bambino può crescere in maniera armonica, integrando aspetti motori, affettivi, relazionali e cognitivi, al fine di strutturare la propria identità. Accompagna il bambino nel suo processo di crescita stimolandone la creatività, permettendone la socializzazione e favorendone la capacità di pensiero.

Si attua attraverso il gioco psicomotorio, che si divide in tre grandi categorie:

  • Il gioco senso motorio che affina le abilità motorie del bambino,

  • il gioco simbolico (il gioco del far finta di…) che stimola l’attività cognitiva,

  • il gioco di socializzazione che favorisce le relazioni con gli altri e il rispetto delle regole.

Durante gli incontri i bambini sviluppano il rispetto dei propri tempi e dei propri ritmi; la libertà di inventare giochi e di proporli; la possibilità di gestire conflitti; la libertà di movimento ed espressione senza che siano richieste particolari abilità. Il percorso di neuropsicomotricità, volto a maturare le capacità e le competenze del bambino, è differente per ciascun soggetto e scaturisce dalla conoscenza delle caratteristiche psicomotorie e dal suo trascorso in reparto di terapia intensiva neonatale. In ogni caso, esso si svolge nel pieno rispetto dei tempi di crescita e delle caratteristiche individuali di ciascun bambino.

L’obiettivo è la conoscenza del proprio corpo, la presa di coscienza del movimento, la capacità di utilizzare e organizzare lo spazio, la sperimentazione del rapporto spazio-tempo, il favorire gli apprendimenti, l’interiorizzazione delle regole, l’autonomia e capacità di iniziativa personale, lo sviluppo della creatività e delle competenze espressive, il favorire la presa di coscienza e le adeguate modalità di espressione delle proprie emozioni.

 

Per un genitore che torna a casa con un piccolo bimbo di appena due chilogrammi è di estrema importanza poterlo agevolare nei suoi movimenti, accompagnarlo con sicurezza nei vari stadi di sviluppo e, oltre ai consigli della neuropsicomotricista, è opportuno favorire le sue posture con adeguati ausili e strumenti.

 

Il primo anno di vita per un bimbo nato pretermine è il più delicato anche sotto il profilo motorio, perché è necessario continuare a favorire una cura posturale adeguata, fondamentale per un corretto sviluppo futuro.

Come tenere in braccio il bimbo: è necessario mantenere sempre la sensazione di contenimento, indispensabile per la sensazione di una buona stabilità, oltre che favorire una posizione flessa facendo attenzione a sostenere la testina fin tanto che non sarà in grado di farlo da solo. Può essere utile contenere il piccolo con un telo in mussolina di cotone leggero e morbido, ma al tempo stesso resistente per contenere senza costringere.

Quando lo si pone su un piano o su un tappeto è utile e adatto un cuscino di contenimento, per esempio quelli per l’allattamento, con eventuali ulteriori “riduzioni” a seconda del peso e delle dimensioni del bimbo. In alternativa, puoi posizionare il piccolo sulla sdraietta, in posizione completamente reclinata o su un cuscino tutto morbido con sostegno laterale, pensato appositamente per il relax del piccolo e che lo avvicini a te.

E’ una buona posizione che permette al bambino di sentirsi contenuto e di trovare maggiore stabilità, favorisce l’interazione e il gioco con gli adulti, facilita la sua attenzione e risulterà maggiormente predisposto e concentrato a guardare, ascoltare, interagire con quello ch avviene intorno a lui. Si può sollecitare l’allineamento delle manine sulla linea mediana, all'altezza del torace, soprattutto quando il bambino è agitato ed indisposto. In ogni caso, non forzare mai una particolare postura se si nota che non è ben accettata dal bambino.

In un secondo tempo, quando il bambino dimostrerà di avere un buon controllo del collo e della testa, potrà essere posto nella sdraietta in posizione più inclinata, facendo attenzione al contenimento laterale: in questo caso può essere utile continuare a utilizzare il cuscino riduttore in dotazione in alcuni modelli di sdraietta.

Quando il piccolo inizierà a stare seduto puoi continuare ad utilizzare Boppy Nido di Coccole che per la sua forma specifica aiuta il bambino a stare seduto garantendo protezione laterale e posteriore.

In questa posizione è maggiormente possibile interagire con il piccolo, parlando, raccontando storie, cantando, proponendo giochi e mantenendo sempre una posizione frontale e ravvicinata, in una continua iterazione di sguardo.

Nella maggior parte dei bambini nati pretermine la posizione pancia in giù non è particolarmente gradita, ma proponila di volta in volta con gradualità e rispettando le tempistiche del bimbo. Favorisce il rotolamento, il gattonamento ed in linea generale stimola la coordinazione motoria. Puoi utilizzare un tappetino con stimoli visivi e tattili per invogliare il bambino oppure cuscini appositamente studiati per il tummy time.

 

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