La pelle del bambino nato prematuro
La pelle è l’organo sensoriale più esteso del nostro corpo, attraverso il quale percepiamo il caldo, il freddo, le sensazioni, il contatto fisico, il dolore, la pressione.
É il limite fisico tra il nostro corpo e l’ambiente esterno, il rivestimento prezioso che contiene l’insieme del nostro essere. Ma ad un corpo umano nudo, la pelle non basta, non è sufficiente a salvaguardare la temperatura, i contatti pericolosi e fastidiosi e l’abbigliamento copre e protegge questo nostro importante elemento fisico che è la pelle. Gli indumenti fanno parte della nostra vita fin dal primo respiro e da subito ne identificano il sesso, in seguito ne determinano lo stato sociale, la professione, il carattere e la personalità.
Nel periodo intrauterino la pelle è rivestita dalla vernice caseosa, una naturale protezione costituita da grassi e proteine che impedisce la macerazione del tessuto epidermico e favorisce il corretto sviluppo della cute e dei suoi strati. Con la nascita il neonato si trova di fronte ad una realtà completamente nuova che coinvolge l’intero sentire del mondo esterno: la temperatura, la forza di gravità, il contatto fisico, la manipolazione, l’aria e l’acqua.
La cute del neonato presenta delle enormi differenze rispetto alla cute dell’adulto, sia in termini di struttura che di funzione ed ha una serie di caratteristiche che la rendono molto più delicata. Ovviamente l’epidermide di un neonato pretermine presenta caratteristiche fisiologiche ancora diverse da quelle di un neonato a termine, come ad esempio lo strato corneo e film idrolipidico più sottili. Il peso fortemente ridotto di un prematuro, le procedure invasive e dolorose eseguite nei reparti di terapia intensiva neonatale, l’ipersensibilità dovuta alle continue manovre, necessarie per la sua sopravvivenza, ne aumentano la sensibilità cutanea.
Per approfondire alcuni aspetti di una nascita pretermine è necessario definire le varie classificazioni:
É evidente che, a seconda dei diversi gradi di prematurità, esistono delle sostanziali differenze che determinano non solo la tipologia di interventi terapeutici, ma anche il tempo della degenza in terapia intensiva neonatale e le diverse tipologie di ripercussioni. In particolare, nel caso di un neonato estremamente pretermine, nei primi giorni di vita solitamente resta nudo con il solo pannolino perché, molto spesso intubato per la respirazione, sussiste la necessità di intervenire immediatamente in caso di emergenza. In questi primi giorni la Care cerca di rendere meno traumatico possibile tutte le varie procedure necessarie per la sua sopravvivenza, con nidi di contenimento, posture fetali, contatto con il genitore, luce soffusa, riduzione dei rumori, terapie del dolore. La sua pelle estremamente sottile e fragilissima è sottoposta a notevoli stress, a manipolazioni continue, a stimolazioni dolorose costanti.
Gli unici indumenti dei primissimi giorni sono il cappellino per coprire la testina e delle piccole scarpine che sono indispensabili per mantenere, per quanto possibile, la temperatura costante alle estremità del corpo. Anche dei guantini possono aiutarlo a stabilizzare il calore del corpo che, per quanto regolato dall’incubatrice, non potrà mai essere costante come all'interno dell’utero materno. Questi primi elementi servono al bimbo anche ad avere i primi contatti con la vestizione, utili per il contenimento e la termoregolazione, ma per certi versi “estranei” per un piccolissimo bambino che dovrebbe stare avvolto nel caldo della placenta.
Quando il piccolo si stabilizza e quindi la respirazione e il battito cardiaco si regolarizzano, è possibile procedere con le prime vestizioni, la camiciola, la tutina, i golfini. Sono però corredini molto speciali, ovviamente di taglie ridottissime, che hanno un particolare confezionamento per far si che la svestizione e la vestizione siano estremamente agevolate per le visite mediche o gli interventi di emergenza, con specifiche aperture per le sonde ed i monitoraggi.
I genitori finalmente possono riconoscere un minimo di normalità nel loro bambino e, vederlo vestito da tessuti e colori, sdrammatizza e mimetizza una realtà fatta di flebo, sonde, strumenti, da cui la sua fragile vita dipende.
Le scarpine sono sempre e comunque il primo indumento e accompagna il piccolo bimbo durante tutta la permanenza in TIN, è quindi molto importante che abbia determinate caratteristiche. Ad esempio ci sono delle babbucce della Earlybirds, un’azienda australiana specializzata in capi di abbigliamento per i neonati prematuri distribuiti in Italia da Prematuriamo.it che nello specifico commercializza la linea “organics” in morbidissimo cotone bio certificato GOTS (Global Organic Texile Standard). Le babbucce, che sono in taglia unica e si adattano benissimo ai piedini che crescono, sono realizzate in doppio strato di cotone per tenere caldo il piedino e sono sostenute nelle caviglie per evitare che il calzino scivoli via.
Un’altra babbuccia che è possibile trovare nel sito di Prematuriamo.it è la Petit Kolibri in morbidissima lana di baby alpaca, tessuta a mano da un collettivo di donne delle zone rurali delle Ande Peruviane. La caratteristica fondamentale che rende la lana alpaca particolarmente adatta alle delicate pelli dei piccoli pretermine è data dal fatto che non contiene lanolina ed è ipoallergenica. Per realizzare queste scarpine la lana viene ricavata dalla parte inferiore del collo degli alpaca peruviani, dove la lana è più morbida e non viene tinta artificialmente. Si tratta di lana baby alpaca certificata Oeko-Tex Standard 100. Anche queste sono in taglia unica e sono dotate di un laccetto da annodare nella zona caviglia.